La strada a ritmo lento


Il mio amore per la bicicletta è sbocciato a Bologna; nel passato l'associazione mentale bici-fatica era dovuta al luogo in cui vivevo perché le strade che si presentavano ai miei occhi erano irte e spesso i paesini si trovavano in cima a salite per me improponibili.
Nel 2002 decisi di trasferirmi in questa splendida città e una cara amica mi consigliò di portare quella vecchissima bici rossa che durante l'infanzia era utilizzata per fare dei piccoli giri in campagna.
<Mhhh, fatica, traffico, mi investiranno subito!> pensai.
Ed invece il passo è stato brevissimo: presenza di ciclabili, poter accedere nel centro storico senza problemi, una grande riduzione di tempi nel raggiungere il luogo di lavoro.
La cosa più bella è stata però scoprire la città in bici;un vero e proprio mezzo culturale per conoscere a fondo la gente, vedere con occhi diversi le strade che si percorrono e le realtà dei vicoli che si attraversano.
In bici scegli la lente di ingrandimento della lentezza; nella mia mente resta vivo il ricordo del sottile fascio di luce generato dalla dinamo che rendeva ancor più suggestivo il vicolo che stavo attraversando. L'aderenza del pneumatico al tappo rigato mi dava la sensazione di intorpidimento ed intorno a me la città si stava addormentando.
Nel 2012 scoprii l’associazione Salvaiciclisti di Bologna,un gruppo di ragazzi impegnati nel dibattito pubblico sulla mobilità urbana e promotore di campagne di comunicazione in difesa del ciclismo urbano.
Con loro ho conosciuto il piacere del viaggio in bici ed ho trovato una famiglia in cui riconoscere i miei valori e il desiderio di libertà.
Scoprii la sensazione delle dita gelate sulle manopole in inverno, il profumo dei tigli in estate e quel vento che pedalando ti accarezza i capelli. Scoprii il gusto delle partenze all'alba e il suono delle canne di bambù che si urtano passando tra i sentieri.
Negli anni a seguire nasce un luogo a me molto caro: Dynamo, la Velostazione di Bologna; non solo un posto dove parcheggiare la bici in sicurezza, ma un luogo di incontro eterogeneo e partecipato per costruire l’identità di una Bologna in movimento,collaborativa e sostenibile.
In questo post non è mia intenzione elencare tutte le attività e collaborazioni che lo spazio propone, ma voglio consigliare di entrarvi, soprattutto ora che la città è calda come un forno, e di regalarvi una pausa contemplativa all'interno di questa storica struttura. Dynamo occupa i locali del Pincio, l'interno della scenografica scalinata di accesso alla Montagnola che fu progettata da Tito Azzolini e inaugurato nel 1896.
I grandi locali sotto la scalinata, durante la seconda guerra mondiale, furono adibiti a rifugio antiaereo ed ancora oggi qualche umarel passa per farci visita e con grande emozione ci racconta di queste mura spesse che hanno visto nascere amori, nuove vite e versare lacrime per le perdite avute in città. Questi tunnel hanno protetto più di 2000 bolognesi dalle bombe.
Curiosando tra le vetrine scoverete la linea “Geografia” di D'animo, il cui ricavato della vendita andrà in favore delle campagne di sensibilizzazione sulla sicurezza in strada.
Buon giro!



 La rigenerazione del luogo: volontari al lavoro





L'orientamento alla luce del sole
Guida didattica per maestri
Edizione Atlas 1980











  



 
 Cartina stradale del 1960




Campagna di prevenzione "Basta morti in strada"
 Salvaiciclisti Bologna




Cartina del 1960







Servizio "BiciViaggiare"




Cartina stradale 1960












Illustrazioni grafiche "Il cittadino italiano 1952"




Per una nuova mobilità.





Atlante Minerva 1966




Istituto italiano edizioni Atlas 1978
Sussidiario di classe quarta elementare.
"quando la geografia aveva un posto di tutto rispetto nella scuola"